Massimiliano di Lauro_Primo Viaggio

L’inquieta e feroce semplicità dell’infanzia: l’illustrazione di Massimiliano Di Lauro

L’inquieta e feroce semplicità dell’infanzia: l’illustrazione di Massimiliano Di Lauro

Massimiliano Di Lauro è un giovane, piccolo, uomo con la barba e gli occhiali, estremamente gentile.

E questa cosa fa in qualche modo cortocircuito con la sua straordinaria efficienza e professionalità: insomma, ha la delicatezza dell’artista e la concretezza del professionista.

Un simile cortocircuito lo provocano i suoi lavori, dal tratto sempre riconoscibile, in cui il segno innocentemente infantile e onirico incrocia l’inquietudine di temi importanti e l’oscurità delle ombre.

 

Nato a Trani nel 1984, Massimiliano si avvicina all’illustrazione dopo la laurea in design e nel 2012 pubblica il suo primo albo illustrato, Mi primer viaje, con la casa editrice gallega OQO Editora, poi ripubblicato in Italia da Logos.

Le sue illustrazioni sono comparse su giornali e magazine come Corriere della sera,  Effe, il Boston Globe, Scientific America e Variety. Ha esposto in Triennale a Milano nella sezione design per bambini. Collabora con diverse agenzie di comunicazione, giornali e riviste e i suoi libri sono stati tradotti in 6 lingue. 

Gli abbiamo fatto qualche domanda per affacciarci al mondo sognante e dolcemente cupo del suo lavoro.

Guarda questo: Ci racconti com’è stato il  tuo incontro con l’illustrazione? Era quello che volevi fare da grande?

Ho sempre disegnato, ma non ho mai pensato che potesse diventare la mia professione. In realtà ho studiato design e da bambino ho avuto poco accesso all’illustrazione. Un giorno, sarà stato nel 2010, sono entrato per caso in quella che è la principale libreria per ragazzi d’Italia, la libreria Giannino Stoppani di Bologna, e ho deciso che quello sarebbe stato il mio lavoro.

Guarda questo: Sei partito dai bambini, poi hai iniziato a lavorare su altro. In particolare le animazioni.

Nel 2015 lo studio romano La Testuggine cercava dei background artist per un progetto che avevano avviato. Mi hanno contattato e così è nato Nino e Felix, che poi è stato prodotto da La Sarraz in collaborazione con  MIBACT, Apulia Film Commission, Film Commission Torino Piemonte e Regione Lazio.

Dopo è cominciato un bel rapporto personale con loro e abbiamo fatto insieme diversi altri piccoli lavori commerciali, perlopiù spot.  

Insieme abbiamo partecipato al bando nazionale “MigrArti”, per il quale abbiamo vinto prima il finanziamento per la realizzazione e poi il primo premio con La nostra storia, un corto che adesso sta girando per Festival. Il prossimo 23 agosto, ad esempio, sarà proiettato al Festival Imaginaria di Conversano .

Guarda questo: Cosa ti influenza?

Gli artisti che ti piacciono, vuoi o non vuoi, finiscono nel tuo lavoro. Pensare di astrarti è impossibile.

Non si tratta di copia, ma di sedimentazione. Figurine, film che guardi, artisti che ami, ricordi di quando eri bambino: sono tutti riferimenti e sono ovunque, da sempre. Siamo fatti di questo. 

Tu rubi, prendi pezzi e sapientemente li rielabori, sinché non si capisce da cosa hai rubato.

Guarda questo: Preferisci disegnare a mano o con la tavoletta grafica?

Dipende molto dal progetto. Disegno sia a mano che con la tavoletta grafica. Tempere, pennelli,  matite, computer: sono strumenti non intercambiabili, ma li uso tutti a seconda di quello che sto facendo. Il computer in realtà lo uso tantissimo.

Guarda questo: E il tuo rapporto con il web e i diversi canali social com’è?  Come ti presenti al mondo?

Non ho un mio sito, ma sto su Behance, che è una piattaforma molto seguita dagli stranieri ed è utile a farsi conoscere. Pinterest serve per studiare, è pieno di bellezza, ma non lo uso molto. Instagram per me è come un diario, non riesco a concepirlo come uno strumento di promozione. Facebook è imprescindibile e serve per stare in contatto con altri illustratori: ci scambiamo idee, pareri, visioni.

Guarda questo: Dove vorresti disegnare, se avessi carta bianca e potessi scegliere un supporto qualsiasi? 

Non ho mai dipinto sui muri, solo una volta ho fatto un esperimento per un allestimento durante il Pitti Bimbo e mi sono divertito molto. Mi piacerebbe fare murales o street art. E poi vorrei fare dei trasferelli per i bambini: io li adoravo. Mi piace l’idea del tatuaggio temporaneo.

Guarda questo: E poi? Cos’altro ti piacerebbe fare?

Vorrei lavorare per il mio territorio. Mi piace lavorare per progetti comuni: dobbiamo migliorare la vita delle persone, rendere le cose della vita quotidiana più belle, più fruibili. Ho fatto disegni per orci d’olio, etichette per una birra, erano due sogni che avevo nel cassetto e che ho realizzato.

Mi piacerebbe fare cose semplici: ad esempio i manifesti per la festa del Santo Patrono della mia città, san Nicolino. Con il progetto “Pazzi per Gesù” abbiamo già realizzato qualcosa di simile.

 

Guarda questo: Massimiliano di Lauro e il calcio. Raccontaci di questa passione che traspare in tanti dei tuoi lavori e che riguarda il tuo prossimo progetto.

Il calcio è solo la Roma!  

Ago è il mio nuovo libro, in uscita a breve,  scritto con Giulia Franchi e dedicato ad Agostino Di Bartolomei.  Non solo al campione, ma al bambino che sognava di giocare nella squadra della sua città.

La storia ha un binario strano, testo e immagini non sono in sincrono. La vicenda drammatica del capitano triste si respira, ma non c’è.

 

Guarda Questo: Chiudiamo come di consueto con la richiesta di una suggestione. Se dovessi dire tu a noi “Guarda Questo!”, mostrandoci  il lavoro di un creativo a tua scelta, cosa ci proporresti?

Vi direi,  guardate questo: http://scorpiondagger.tumblr.com

Lui è James Kerr e ha questo progetto fuori di testa di risemantizzazione di materiali pittorici che vengono dal primo Rinascimento.  Qui c’è una sua intervista illuminante http://www.doppiozero.com/

 

Se volete invece conoscere il lavoro di Massimiliano vi consigliamo di dare un’occhiata qui:

https://www.behance.net/massimilianodilauro

https://www.instagram.com/massimilianodilauro/

   

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