Perché apro il blog con questo video?
Perché a volte è così che mi sento quando parlo con la generazione dei genitori sessantenni arrivati ad internet tramite Facebook o, al contrario, con i miei nipoti in età scolare. Noi che per vent’anni, anno più anno meno, il web lo abbiamo vissuto pienamente. La rete ha fatto parte della nostra vita contribuendo a sviluppare e incanalare il nostro gusto, le nostre passioni. Abbiamo scritto nei blog personali, ci siamo scannati nei forum tematici sui temi più diversi, abbiamo visto (e scaricato) film e serie tv, ascoltato musica di ogni parte del mondo. Abbiamo trovato nuovi poeti da seguire e fumettisti che sarebbero andati ad arricchire le nostre infinite collezioni. Abbiamo condiviso contenuti, davvero tanti. In preda ad un entusiasmo irrazionale abbiamo inviato a qualcuno persino il Gangnam Style dicendogli “Guarda Questo!”.
Ma tutti questi momenti – qualche volta fortunatamente – si sono persi “come lacrime nella pioggia” azzerando le cronologie dei nostri browser. Da oggi però la musica cambia, questi momenti (digitali) che non tutti possono immaginarsi non verranno più dissolti nell’oblio del tempo, li raccoglieremo e li racconteremo su guardaquesto.it.
Se sia un bene o un male non lo so, è quello che è: io lo chiamo il progresso, in ogni caso.
Gli piace dormire, a meno che non trovi una ragione valida per stare sveglio. Di solito apre gli occhi per cercarne una. Nei 15 anni di esperienza nel settore della comunicazione e del markerting digitale ha ideato e seguito le strategie di grandi Aziende come Volkswagen, Audi, Parmalat, Bonomelli, Riza, Rai Trade, Monster, Sony, Vans, Red Bull. Dal 2015 è docente per il corso di Social Media e Web TV all’Università IULM di Milano.
Nel 2018 ha lanciato il progetto di scouting creativo “Guarda Questo!”.